Brutto.
Bizzarra la moda, di questi tempi. Si dibatte tra illusionismo e concretezza. Qualcuno tenta di darle lustro e spessore, portandola nei musei o tra le parole dei convegni per studiosi e appassionati. Altri la usano come un kleenex, buono per darsi una veloce ripulita.
L’illusione più grande rimane quella della novità, mentre tutto, a ben vedere, si è già consumato sotto questo cielo. A ogni stagione si discute di ciò che è veramente nuovo, quasi fosse un obbligo. E in effetti lo è se la parola moda ha in parte la stessa etimologia di moderno. Poi però ti capitano tra le mani vecchi articoli, scalcinate riviste del 1941 (!) e scopri che potrebbero essere state scritte oggi e allora immagini che tutto questo fa parte di un mondo che si voleva nuovo, ma che per molti aspetti è nato già decrepito.
Come decrepiti sono i vizi e le umane pochezze che il carrozzone si porta dietro da sempre, se Michel De Montaigne verso la fine del 1500 poteva già declamare:
Onore e fama non sono la medesima cosa, l’onore è più che la fama e la fama, la dea dalle cento bocche, non è che una parte dell’onore, quella parte che dipende solo dall’opinione, che ha bisogno di testimoni che possano riferirne, che vuole che lo si venga a sapere, che ha perennemente bisogno di un palco e di un pubblico.
Per l’appunto quello che accade ancora oggi, con altri mezzi e lo stesso intendimento.
Vero, vero! Nuove idee cercasi.
:-))