Bello.
Neri Oxman è una scienziata/architetto israeliana definita uno dei 20 talenti che cambieranno il mondo.
Neri ha progettato stampanti in 3D che lavorano riproducendo l’effetto della pelle umana, che è sempre la stessa ma ha caratteristiche differenti in base alla zona in cui è situata. Così le sue stampanti mescolano più sostanze acriliche e le depositano a densità variabile, permettendo in questo modo di ottenere superfici continue ma con caratteristiche fisiche diverse.
Con questa tecnologia sono stati già realizzati oggetti di design, tra cui anche abiti. Iris van Herpen è la stilista che per prima ha sperimentato le possibilità di queste stampanti per la sua linea di haute couture Voltage. Chi se non lei, che combina magicamente le tecniche di alto artigianato con le tecnologie futuristiche?
La stilista olandese spiega che la sua ricerca ha molto a che fare con il movimento e con la bellezza. Due termini imprescindibili quando si parla di abiti, ma non così scontati, a ben vedere: ci sono abiti fatti per essere guardati, ma scomodissimi da indossare, così come ci sono abiti sicuramente comodi, ma indubbiamente brutti.
La riuscita degli abiti di Iris van Herpen credo debba molto alla coesistenza di due visioni e competenze differenti ma complementari. D’altronde è la stessa Oxman che ammette: la forma estetica nel mio lavoro non conta nulla.
Le possibilità della tecnologia sperimentata con queste stampanti sono ancora tutte da esplorare e aprono scenari affascinanti per la moda. Già si prova a realizzare strutture che imitano la tessitura dei bachi da seta: abiti come bozzoli che si adattano al corpo.
Come al solito è bello notare che la tecnologia imita la natura e che la natura ha praticamente già inventato tutto.
è bello trovare esempi che ci stimolano a ricordare quanto anche noi siamo natura.
Si ed è anche bello vedere quanto ancora e sempre impariamo dalla natura.