Bello(a).
Da un po’ di tempo mi torna in mente il viso di Monica Vitti, che periodicamente viene citata come esempio di icona moderna al di là del tempo in cui ha calcato le scene. Non ultimo l’omaggio di Letitia Casta a Sanremo, carino certo, ma dimenticabile.
La Vitti rimane sempre più l’esempio di un pezzo unico. Una bionda, con i modi da rossa e lo sguardo da bruna, praticamente il giro del mondo in una sola persona. Una specie di aliena anche per la moda, che non è mai riuscita a definirne lo stile, forse perché non esiste un catalogo per le dee. A suo modo una visionaria, per aver inventato (o magari solo assecondato) un tipo di donna che non esisteva negli anni ’60 e nemmeno ancora oggi.
Sentir parlare di grande bellezza a destra e a manca, il più delle volte a sproposito, mi provoca immancabilmente il desiderio di rifugiarmi in storie come questa, dove la bellezza non ha bisogno di essere chiamata ‘grande’. Semplicemente si spiega da sola.