YSL – non basta un film.

ysl film

Brutto?

Aspettavo con una certa impazienza di vedere il film Yves Saint Laurent di Jalil Lespert e il motivo è sempre il solito: su di lui non si sa mai abbastanza. Inutile girarci intorno, si tratta di una delle figure più complesse e sfuggenti che hanno costruito la storia della moda.

Il film l’ho visto la settimana scorsa, ma ho avuto bisogno di un po’ di tempo per riflettere a mente fredda, anche perché confesso che per alcuni giorni la figura del couturier mi ha seguito in modo quasi ossessivo e mi sono chiesta se fosse solo suggestione o se fosse realmente merito del film.  Ecco, il film.. No, non penso sia un brutto film, però molte sono le obiezioni che mi sento di fare.

Purtroppo, per quanto mi riguarda, il film non aggiunge nulla al già conosciuto e quindi personalmente si è risolto come la visione di un film d’amore senza alcuno spunto documentaristico. La pellicola avrebbe potuto, a buon ragione, intitolarsi YSL racontées par Pierre Bergè, tanto preponderante è la presenza del compagno di una vita di Yves in tutta l’operazione. Presenza salvifica, a detta dello stesso Bergè, ma contemporaneamente anche fin troppo autocelebrativa.

Gli abiti ci sono, certo, e a quanto pare si tratta persino degli originali, ma questo non basta. Grande assente è il percorso creativo, la costruzione di uno stile unico e in alcuni momenti addirittura rivoluzionario nell’ambito della moda. Nel film ci sono buchi temporali inammissibili, proprio quelli che spiegherebbero i punti di arrivo del couturier. Certo in 106 minuti non sarebbe stato possibile raccontare tutto, va però detto che la trama invece si incanta a lungo su vicende personali più adatte al genere fiction che a quello di un film biografico.

E’ il classico limite di quasi tutti i film che raccontano la vita e l’opera di grandi creatori di moda, pensiamo solo alla sfilza di film inutili su Chanel..

L’operazione ha un sapore struggente, certo non estraneo alla realtà, ma appare più come un drammone ad uso e consumo di un certo voyeurismo chic, piuttosto che il tentativo del racconto significativo di una vita e una carriera eccezionali.  Per chi sapesse poco o nulla di YSL può risultare comunque un buon inizio per cercare poi fonti più significative.

Per tutti gli altri: peccato, speriamo nei prossimi film in cui la presenza (e l’approvazione) di Bergè è meno ingombrante.

2 pensieri riguardo “YSL – non basta un film.

  1. Ti confesso che non ho ancora avuto il coraggio di andarlo a vedere, aspettavo con ansia questo film ma in troppi mi hanno riportato molto romance e poca moda. Se lo dice anche Adriana Delfino vuol dire che e’ proprio vero!

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