Brutto.
Per un marchio la riconoscibilità è fondamentale, ma da Versace sembra che la questione si sposti su chi lo indossa.
Mercificazione del soggetto.
Uno spunto interessante per ragionare sugli interlocutori della moda, o alla moda.
Donatella Versace ambirebbe presumibilmente ad assomigliare a una specie di Re Mida, che con il solo tocco trasforma ogni cosa in materiale desiderabile. Ma indossare un abito Versace evidentemente non basta più per completare questa operazione, bisogna che anche l’aspetto fisico sia in sintonia con la creatrice. Identificazione.
La domanda è: quanto è desiderabile oggi assomigliare a Donatella?
Molto molto poco,almeno per come la penso io!
Dal punto di vista strettamente estetico non posso darti torto.. 😉
mi ritornano alla mente alcune belle immagini della famiglia versace, datate primi anni ’80, era davvero graziosa. La trasformazione è davvero “penalizzante”!
Mmmmh questa volta non sono d’accordo. Versace è un marchio che ha sempre avuto l’identificazione nel personaggio (lGianni abbracciato a qualsiasi Top Model anni 90 docet), quando poi lui è scomparso il marchio ha vissuto anni di profonda crisi di identità. Donatella ha puntato molto sulle PR e ha ricostruito un valore aggiunto del marchio solidisismo. In questo, anche il suo essere mascherone fa parte de gioco. Secondo me ha fatto anzi un gran lavoro strategico dal punto di vista marketing…