Non potevo crederci: ho letto giudizi estremamente positivi su questa ultima sfilata Gucci per l’autunno/inverno 2015-16.
Invece è proprio così, sembra che il nuovo corso del marchio, plasmato in 7 giorni 7, dal team che in tutta fretta ha sostituito Frida Giannini, sia la novità che tutti stavamo aspettando: il no-gender.
Io dico che sette giorni sono pochini pure per fare le prove generali, figuriamoci poi per dare corpo e sostanza a una collezione. E infatti si vede.
Poi c’è chi dice che di giorni ce ne sono voluti ben 15, altri sostengono che la collezione fosse già pronta prima che la Giannini lasciasse.. Insomma il solito teatrino perfetto per attirare l’attenzione sull’inutile.
Ciò che conta è vedere il risultato: un mercatino del bric-à-brac a cui è maledettamente facile attribuire intenti e sottintesi di tipo concettuale, e persino filosofici se proprio vogliamo esagerare. Abiti talmente destrutturati, talmente dismessi.. che in realtà a me sembrano semplicemente fatti male (o fatti in tutta fretta, che è lo stesso). Il no-gender tanto sbandierato risulta tutt’altro che neutro: rifiuta nettamente il genere maschile, fiondandosi tout court verso quello femminile. Niente di male, se non fosse che il mercato non è composto in maggioranza da efebici ragazzini, che assomigliano piuttosto a ragazzine. Anche se capisco la claque del versante omosessuale, giustamente deliziato.
Insomma, guardando il risultato, mi viene il sospetto che Frida Giannini abbia volutamente anticipato la partenza. Nessuno potrà dire con certezza che questa è una sua collezione.
Come darle torto?
D’accordo al 100% e poi ci lamentiamo che non ci sono più gli uomini di una volta…
Ahaha!!! Vero! 😀
…povero Gucci, che fine ha fatto!
Povero, non direi 😀