Brutto?
Ha sfilato da poco a Parigi l’ultima collezione del marchio Jaquemus, disegnato da Simone Porte Jaquemus.
Da quando Martin Margiela si è ritirato, sembra, a vita privata, mancava proprio chi potesse soddisfare le fantasie degli estremisti del concetto. Eccolo qui questo talento nuovo nuovo, che però ha fatto breccia non tanto per gli abiti (strano, vero?), quanto piuttosto per il trucco delle mannequin, ispirato al lavoro di un artista, Sabastian Bieniek, chiamato Doubleface.
Un modo come un altro per sviare l’attenzione, per confondere un po’ le idee. Forse un sincero interesse per il mondo dell’arte, o per lanciare il messaggio che nella moda quello che appare non è mai da prendere alla lettera. Così come i vestiti della sua collezione, che contengono, a ben vedere, qualche spunto interessante.
L’abuso del termine inter-disciplinare ha prodotto schiere di professionisti che si credono dotati del dono dell’ubiquità, oltre che di quello della genialità profusa. La verità è che i geni, capaci di brillare in più campi, sono rari come le stelle comete visibili. A un certo punto tocca fare una scelta.
Questo non significa smettere di farsi suggestionare o non tentare impossibili collaborazioni; in fondo, da che mondo e mondo arte e moda si sono influenzate a vicenda.
Se solo gli artisti facessero gli artisti e gli stilisti facessero gli stilisti.
…terribili!
In realtà, come ho scritto, qualcosa di interessante ci sarebbe, se solo le idee fossero sviluppate in termini di design e non solo artistici.
Moda e arte sono strettamente correlate, che si tratti di RTW o Haute Couture la moda è momento di espressione. Che durante le Fashion Week poi si debba tirare più un occhio alle vendite future e alla determinazione degli odiati/amati trend è inevitabile, ma avere certi estremi è parte del gioco che altrimenti rischierebbe effetti soporiferi ripetuti.
CIao!
https://almostinsiders.wordpress.com/2014/03/05/jacque-qui/
Sono d’accordo, come dici giustamente moda e arte sono da sempre strettamente correlate. Devono però necessariamente trovare un equilibrio difficilissimo da mettere in atto (e quindi raro). Equilibrio che permetta all’arte di esprimersi e alla moda di sopravvivere economicamente. In questo l’alta moda è decisamente avvantaggiata grazie al tenore del budget. Lo stesso non avviene per il p.à.p. schiavo e artefice al tempo stesso del mercato. Così stanno le cose, che ci piaccia o meno e gli stilisti, se vogliono fare arte, allora si tramutino in artisti. Ma allora non partecipino alle fashion week.