Myrna Loy, 1932
Agnes Ayres, anni ’20
Bello.
Lo so, farò la solita figura di quella un po’ retrò, anzi proprio vecchia (come dice spesso mio figlio!), ma io adoro le velette. Confesso di averne anche una piccola collezione, che raramente sfoggio: mi sentirei troppo osservata.
Però amerei possedere un pizzico di esibizionismo in più per potermene fregare degli sguardi della gente e con nonchalance andarmene in giro con il volto velato. Cosa che tra l’altro funziona meglio di Photoshop!
Le ultime sfilate hanno riproposto questo accessorio, appoggiandolo persino su berretti di lana. Io però continuo a preferirlo nel modo più classico: con piccoli cappelli o semplici acconciature.
Non si può, né si deve, secondo me, snaturare un concetto così affascinante come quello del mistero. La veletta, che mette una distanza effimera eppure efficace tra sé e il mondo, rimane per me l’oggetto del sogno. La rappresentazione bellissima di una moda che se ne infischia di necessità e velocità. Lontana anni luce da questo tempo, vicinissima però al concetto più puro di moda.
…ci vorrebbe un’occasione speciale, speriamo che capiti per sfoggiarlo!
Bisogna crearle le occasioni speciali. Qualcuno diceva che ogni giorno è un’occasione speciale!