Un altro buco nell’acqua.

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Brutto.

Ennesima operazione di rivitalizzazione del marchio Louis Vuitton; questa volta a infondere ossigeno sono stati chiamati Christian Louboutin, Cindy Sherman, Frank Gehry, Karl Lagerfeld, Marc Newson e Rei Kawakubo.

Si è inteso così non escludere alcun settore della cultura che fa tendenza: design, architettura, arte e moda naturalmente. Tanto per non farsi mancare nulla, tanto per pescare a piene mani nel calderone della cosiddetta coolness.

Persino l’inossidabile e concettuale Kawakubo si è fatta assoldare in un’operazione che stride con il suo curriculum come il gesso sulla lavagna.  Immagino che il compenso valesse tanto sforzo, se di sforzo si può parlare, visto il risultato: una borsa con i buchi.

A questo punto possiamo ben dire che le borse di Vuitton fanno acqua da tutte le parti.

L’alchimista.

alchimista

Bello?

Una delle interviste più improbabili che ho letto negli ultimi tempi arriva dalle pagine di Vogue Unique. Si tratta di Christian Astuguevieille direttore creativo di Comme des Garçons Parfums, per il lancio del nuovo trittico di profumi che spaziano sul tema del colore blu.

Astuguevieille ad un certo punto ammette di ignorare l’identità di Michael Stipe dei R.E.M., il che non è un peccato mortale, anche se un po’ suona insolito. Poi però spiega che lui ascolta solo Bach e Beethoven, non guarda la televisione e che è fuori dal contemporaneo. L’affermazione mi lascia perplessa. Cosa significa? Che vive in metropoli come Parigi e Berlino, a contatto con realtà mutevoli e protese verso il nuovo come la moda e il design, e ciononostante immagina di vivere fuori dalla realtà?

Mi sembra di scorgere nelle sue parole quel tanto di atteggiamento snobistico che offusca un bel po gli innegabili meriti professionali.  Più avanti, nell’intervista, racconta il suo approccio con i collaboratori: “Magari dico soltanto -Blu:basta che sia diverso e nuovo. Tornerò tra una settimana, voi procedete, ma siate folli-  Perfetta fusione tra un Frederick Worth (metà ‘800) e uno Steve Jobs..

Ancora con questo cliché genio&follia, ancora con il mito del profumo che nasce da una semplice intuizione, anziché dal lavoro di ricerca e marketing..

E ancora con l’utilizzo di questa parola -Arte- come se fosse un ingrediente.

Il cambiamento visto da Rei.

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Bello?

Comme des Garçons SS2014.  Sogno o son desta? Non sembra anche a voi che questa sia una neanche molto velata allusione a Chanel?

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A questo punto mi viene il dubbio che anche questo possa essere un richiamo alle gabbie del New Look..  Non sarà che Rei Kawakubo con questa collezione apparentemente immettibile, ci voglia raccontare che è ora di smetterla con i vecchi cliché?