Working.Classic

chanel 2016 1

chanel 2016 2

Bello.

Se anche Lagerfeld per Chanel si accorge che la sartoria è il luogo della modernità e dell’eccellenza, vuoi vedere che pure fare il sarto diventa un mestiere cool?

La collezione alta moda che viene mostrata mentre le sarte sono al lavoro, è esemplare in questo senso: tutta giocata su rigore sartoriale, lavorazioni artigianali e bei tessuti.

Per ribadire che il lusso nasce in atelier.

 

 

Free like a bird.

fendi 1

fendi 2

Bello.

Dell’ultima collezione di Fendi per l’autunno inverno 2015-16, disegnata dall’eterno Karl Lagerfeld, si possono apprezzare la coerenza nel tempo, la chiarezza del concetto, la pulizia tecnica, immagino anche la vestibilità (almeno così mi sembra).

Tutte cose non geniali, si dirà, ma in ogni caso che contano.

Ma il particolare che ha attratto la mia attenzione, e non poco, è quel punto di arancio, sottolineato dalle sterlizie che spuntavano dalle borse. Non è il mio fiore preferito, quindi non è questo il motivo.

Il vero motivo sono le parole di Lagerfeld per spiegare questa scelta:

“To be free in a dangerous world”.

Improvvisamente ho capito il senso dell’intera collezione e ora per me quel colore ha assunto un significato nuovo, così come la forma di quel fiore, che assomiglia tanto ad un uccello dalle piume colorate con colori aggressivi.

Questo è il lato della moda che mi fa sognare.

Quel tormentone delle ‘principesse’ 2.

chanel hc 1

chanel hc 2

chanel hc 3

Brutto.

Chanel haute couture primavera estate 2015.

Qui non ci sono dubbi, l’immortalità ha dato alla testa al Kaiser. Ha immaginato di poter fare tutto, persino l’ennesimo esperimento: disegnare come un dilettante e tuttavia strappare applausi.

Il rosa è il colore di tendenza? Ce ne eravamo accorti.  Ma mai come ora si accompagna ai più consolidati dei cliché. E’ vero, la haute couture è più vicina ai sogni di qualsiasi altro settore della moda, ma un uomo navigato dovrebbe conoscere più a fondo i sogni delle donne.

E dire che nemmeno le mie piccole stiliste nei laboratori che tengo per bambini sarebbero così estreme.  Di questo bisogna dargli atto.

Un altro buco nell’acqua.

louis vuitton e rei kavakubo.jpg 2

Brutto.

Ennesima operazione di rivitalizzazione del marchio Louis Vuitton; questa volta a infondere ossigeno sono stati chiamati Christian Louboutin, Cindy Sherman, Frank Gehry, Karl Lagerfeld, Marc Newson e Rei Kawakubo.

Si è inteso così non escludere alcun settore della cultura che fa tendenza: design, architettura, arte e moda naturalmente. Tanto per non farsi mancare nulla, tanto per pescare a piene mani nel calderone della cosiddetta coolness.

Persino l’inossidabile e concettuale Kawakubo si è fatta assoldare in un’operazione che stride con il suo curriculum come il gesso sulla lavagna.  Immagino che il compenso valesse tanto sforzo, se di sforzo si può parlare, visto il risultato: una borsa con i buchi.

A questo punto possiamo ben dire che le borse di Vuitton fanno acqua da tutte le parti.

La superficie delle cose: la moda al tempo di Google.

moda

Brutto.

Da un po’ di tempo Inès de la Fressange ha una sua rubrica su D di Repubblica. Ho già scritto in passato sull’inconsistenza dei suoi interventi, ma mi tocca tornare sul tema dopo aver letto uno di questi ultimi.  Arrivata alla fine dell’articolo le parole escono spontanee, e non sono lusinghiere..

D’altra parte la stessa Inès confessa candidamente di avere più affinità con le immagini che con le parole, allora non mi spiego il motivo di tanto sforzo.  Ma torniamo al tema dell’articolo: il significato della parola moda.  E qui è facile constatare che lo sforzo sia quantomeno immane.

Ma Inès con il suo piglio naif risolve la questione con un colpo di genio: digita il termine su Google e sta a vedere le immagini che il motore di ricerca le propone. Dopodiché ce le racconta.

E’ mai possibile che una che è stata musa di Lagerfeld, consulente di Gaultier e ha potuto frequentare gli atelier più influenti  abbia così poco da dire in proposito di moda da affidarsi alla casualità (e superficialità) di un motore di ricerca? Parrebbe un giochino per dilettanti, e infatti lo è. Un giochino adatto ad uno studente alle prime armi o a un curioso in vena di cazzeggio. Non certo degno di un intero articolo.

Ed ecco che per fare il pari con la nobildonna ho postato la prima immagine che mi è capitata a tiro in tema di moda.  Una vera schifezza mi direte.

Infatti.

Karl Lagerfeld per Chanel: ne resterà solo uno..

Chanel-RTW-SS14-1048_sff

Chanel-RTW-SS14-1080_sff

Bello?

Collezione Chanel SS2014.  Il vero, unico Highlander è lui: Karl Lagerfeld. E da vero eternauta può permettersi di citare la sua opera all’infinito, tanto illimitate sono le sue possibilità di variazioni sul tema. Non teme il deja vu, è immune dalla noia di se stesso; è un po come la regina Elisabetta II, nessuno si aspetta che cambi.

Detta così sembrerebbe una condanna, magari per qualcuno lo sarebbe. Ma non per lui: der Kaiser.  Lagerfeld non sembra neanche più molto umano: non suda, non mangia, non invecchia.. E’ progettato per disegnare abiti.

Ques’ultima collezione non aggiunge nulla, giusto qualche citazione (Courrèges per esempio).  Qualche garbato scivolone, come quegli abiti/Pantone decisamente bruttini, e la storia continua..