Un altro buco nell’acqua.

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Brutto.

Ennesima operazione di rivitalizzazione del marchio Louis Vuitton; questa volta a infondere ossigeno sono stati chiamati Christian Louboutin, Cindy Sherman, Frank Gehry, Karl Lagerfeld, Marc Newson e Rei Kawakubo.

Si è inteso così non escludere alcun settore della cultura che fa tendenza: design, architettura, arte e moda naturalmente. Tanto per non farsi mancare nulla, tanto per pescare a piene mani nel calderone della cosiddetta coolness.

Persino l’inossidabile e concettuale Kawakubo si è fatta assoldare in un’operazione che stride con il suo curriculum come il gesso sulla lavagna.  Immagino che il compenso valesse tanto sforzo, se di sforzo si può parlare, visto il risultato: una borsa con i buchi.

A questo punto possiamo ben dire che le borse di Vuitton fanno acqua da tutte le parti.

Louis Vuitton – Remember Poiret.

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Brutto.

L’ultimo Marc Jacobs per Louis Vuitton SS 2014.  Mentre gli adepti sono già in lutto per il distacco, lui, preso dall’atmosfera, manda in passerella la sua ragazzina punk-vittoriana (ma anche un po Belle Époque) di nero vestita.

Se nella collezione Marc Jacobs questa ragazzina finto-ribelle aveva saccheggiato i ricordi della nonna, qui, coerente fino in fondo (?), va addirittura a ritroso e scova le reliquie delle antenate più lontane. Poi naturalmente le mescola con i jeans e i giubbini di pelle. Un po’ di catene e acconciature apache e voilà, la modernità è servita..

Poca sostanza, molta scena.

La sua è una piccola donna triste, che porta sulle spalle -letteralmente- il peso di cotanta storia, ma con l’espressione disarmante di chi non ci ha capito ancora niente.  In fondo è lo specchio di questo tempo: un mare di immagini, possibilità, infiniti pezzetti di culture o pseudo-culture. E un’incapacità di scegliere.

Perché per scegliere bisogna prima conoscere.