Le visioni di un ex visionario. Ovvero la parabola del signor Rosso.

renzo rosso

Brutto.

Non trovate che Renzo Rosso (patron di Diesel, Maison Martin Margiela e Victor&Rolf e in più produttore e distributore di DSquared2, Just Cavalli, Vivienne Westwood e linea uomo di Jacobs) assomigli sempre più a Beppe Grillo?

Lui però dice di votare Matteo Renzi, per cui spende -tante- parole benevole.  Nella sua ultima intervista a La Repubblica rovescia fiumi di ottimismo propositivo, dall’alto del suo quasi-impero tra acquisizioni e partecipazioni.  Peccato che la maggior parte delle sue affermazioni suoni come una tiritera fiacca del già sentito e già visto a oltranza:  Gli imprenditori italiani non hanno una visione globale.  Bisogna imparare a fare squadra.  Ridare rispetto al nostro panorama manifatturiero.  I giovani devono credere nelle proprie visioni. Ecc.

Tutte cose belle, anzi bellissime, ma quando il giornalista gli chiede come procedono i lavori con la Camera della Moda (che già sarebbe un buon inizio per fare qualche cambiamento) lui ammette allegramente che non hanno ancora fatto niente.

Poi le incongruenze procedono sul fronte dell’acquisizione di una parte del pacchetto del marchio Marni . Rosso definisce creazioni che possiedono un lusso gentile i prodotti di questo brand, ma subito dopo non esita a dichiarare che ha intenzione di spingere l’acceleratore del marchio verso un prodotto più democratico. Insomma il solito ossimoro del lusso democratico, che non vuol dire nulla se non vendere, vendere, vendere..  E già tremo all’idea di vedere cosa accadrà dello stile di Marni.  Vi ricordate di Maison Martin Margiela?.. (Quello che era prima dell’arrivo di Rosso naturalmente).

La chicca finale: ..se un giovane vuole fare il salto di qualità deve affidarsi a un grande gruppo. Nel mondo sono tutti alla ricerca di idee valide su cui investire.

Quale mondo frequenta il signor Rosso? Il mondo ideale, di sicuro.

Marni – attraversando il bosco.

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Bello.

Di Marni ho sempre apprezzato la freschezza e l’uso di stampe mai banali. Mi sono piaciuti soprattutto certi accostamenti non scontati e poi il coraggio nell’utilizzo dei colori.
La collezione per il prossimo inverno è molto diversa dalle precedenti. Poche le stampe, pochissimi i colori: grigio e nero quasi costante.
Il tema è il bosco, a quanto pare un bosco con pochi spiragli di luce. E in giorni come questi non posso fare a meno di pensare a quanto sia appropriata questa atmosfera..
Si avverte in tutta la collezione una certa austerità, quasi una severità. Immagino che la stilista abbia voluto trasporre nella sua moda il clima che noi tutti respiriamo. Peccato per le calzature, che mi sembrano davvero sgraziate. Ma forse anche questo è un segno dei tempi: ci vogliono piedi ben saldi per terra.