Visionari. 5

Bello.

Andrè Perugia, un genio ancora tutto da scoprire.

Letteralmente scoperto da Paul Poiret, ha lavorato per molti dei grandi nomi della couture, brevettando modelli che ancora oggi risultano incredibilmente moderni, realizzando capolavori a metà strada tra arte e altissimo design. Copiato da molti (e spesso senza nemmeno essere menzionato), ha concluso il suo lavoro nel 1970.

Il modello in alto a destra risale al 1953, si chiama hommage à Picasso. Se non sono visioni queste…

Per notizie sulla sua biografia vi rimando a questo sito che mi sembra abbastanza dettagliato:

http://www.thehistorialist.com/p/andre-perugia-dossier.html

 

Visionari (l’albero delle scarpe).

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Bello?

Nella mia vita mi è capitato di fare incontri imprevisti con gli abiti. Come quella volta che, ferma in macchina al semaforo, mi sono imbattuta in un lampione che vestiva un abito plissettato bianco stile Marilyn. Era una mattina di inverno, grigia e noiosa; quell’abito, messo lì a svolazzare nel freddo di una anonima strada trafficata, mi è rimasto impresso come il più puro dei non-sense.

Lo stesso stupore ho provato imbattendomi nel parco, mentre correvo, in questo albero delle scarpe. Mio figlio, che era con me, lo ha subito ribattezzato “l’albero della Befana”, il che ha un senso, vista l’abitudine della signora di andarsene in giro con scarpe rotte.

Anche in questo caso l’incontro è avvenuto in una fredda mattina di inverno: può essere che il clima giochi un ruolo fondamentale, così come può essere che i folletti degli abiti agiscano proprio quando la natura è povera di ispirazioni.

Forse tutto questo ha un senso che io non conosco, molto meno magico e suggestivo di quanto mi appaia.  Però mi piace pensare che ci siano angeli apparentemente disordinati, che lasciano in giro pezzi del loro abbigliamento come segnali, per rassicurarci:  che loro esistono.

Prova a correre.

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Brutto.

Dior che copia le scarpe di Miuccia?

E nemmeno le più belle. Si può camminare con leggerezza, calzare con ironia (persino), immaginare di danzare tra le nuvole, ma i piedi di una donna sono fatti di carne ed ossa (tantissime). Non come quelli di Jessica Rabbit.

Lampi d’inverno.

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Bello.

La collezione aut./inv. 2014-15 di Nina Ricci disegnata da Peter Copping ha attratto la mia attenzione per questi due capi e per un paio di scarpe.

L’intera collezione è in linea con lo stile sapientemente classico della maison: molta comodità per il giorno, un certo lusso con accenni di audacia per la sera. Ma questi pochi pezzi mi sono sembrati un’occasione sprecata per approfondire un approccio meno scontato.

AGL: come ti faccio le scarpe..

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Bello.

Questa è la storia di un’azienda italiana che in Italia è però sconosciuta. E’ anche la storia di tre sorelle che hanno ereditato dal padre, Attilio Giusti Leombruni, il pallino per le scarpe e lo hanno traghettato nella modernità. Senza colpi di testa, ma con i piedi ben saldi per terra (è proprio il caso di dirlo..). Fanno soprattutto scarpe senza tacco, perchè le tre ragazze sanno bene cosa vuol dire lavorare fuori e dentro casa e poi magari anche correre appresso ai figli.
All’estero vendono alla grande, tanto da poter dare lavoro -in Italia- a 110 dipendenti.

Infine questa è la storia di un’azienda sana e concreta: qualità, creatività, lungimiranza e tradizione. Un ottimo cocktail.