Se questa è Elsa – Se questa è alta moda.

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Brutto.

In molti attendevano il debutto di Marco Zanini per Schiaparelli. In molti avevano applaudito ancor prima di vedere i risultati, basandosi sulle dichiarazioni e sugli intenti.  Pessima idea, secondo me: conviene sempre tenere a mente che verba volant.

Quello che non comprendo è come si possa parlare di ‘alta moda’ in questo caso, quando ci sono collezioni di pap (vedi Valentino, McQueen) assolutamente superiori dal punto di vista della tecnica.  Saltano all’occhio (anche al mediamente esperto) innumerevoli ‘difetti’ e vere e proprie imperfezioni.  Ma non è tutto, Elsa Schiaparelli fu la prima a proporre collezioni a tema, dimostrando come fosse feconda la sua fantasia e capacità di variare partendo da una sola ispirazione, ma tenendo ben strette le redini della coerenza di risultato.  Zanini si permette di scardinare il sistema, producendo un insieme di abiti eterogenei e slegati tra di loro. Dichiara di aver voluto dar voce alla figura di Elsa, donna indipendente e avventurosa, attraverso outfit che fossero la rappresentazione di diversi tipi di donne.  Il risultato è l’assoluta predominanza delle modelle sugli abiti.

Lo stile è poco incisivo, i riferimenti ci sono (anche se lo stilista dice di non aver voluto attingere granchè), ma sono senza forza, come svuotati dall’interno. Non si avverte ironia e nemmeno leggerezza. Questo si che è un peccato mortale, parlando di Schiaparelli.

Naturalmente tra i giornalisti c’è già chi tenta la scalata sugli specchi, per non dover dire quanto sia misero questo exploit. D’altra parte nemmeno in occasione del precedente e pessimo esordio di Lacroix c’erano state lamentele (anche se qualcuno adesso osa accennare). Mi aspetterei un poco più di coraggio..