Bello?
La collezione primavera/estate 2016 di Valentino è ispirata all’Africa e che questo continente sia un’ispirazione potente per la moda, è cosa antica. Forse bisognava trovare un punto di vista nuovo a tutti i costi? E’ da questo che nascono le dichiarazioni dei due direttori creativi della maison che toccavano il tema dell’immane tragedia dei profughi?
Peccato, perché credo che la collezione non ne avesse bisogno: è una collezione di abiti raffinati e ben fatti, coerente con lo stile del marchio.
Avverto nelle dichiarazioni di Chiuri e Piccioli un retrogusto di buonismo, tanto spiacevole quanto fuori luogo. Non è un connubio poco rispettoso quello che accosta il dolore e la fatica di questa gente al momento sfavillante di una sfilata? La moda racconta e si nutre della storia, è vero, ma funziona come un filtro. Altro non può fare. Calarsi nelle tragedie non le compete, meglio ancora: sono le tragedie che non hanno bisogno della moda.
A dirla tutta la mia impressione è che Chiuri e Piccioli non si accontentino più di essere i primi della classe, ora vogliono essere anche i più buoni.
Ho sempre saputo che la beneficienza è un gesto che si fa e non si dice, ancor meno si fanno proclami di buone intenzioni a cui non seguono fatti concreti.
Ci sono volte in cui meglio sarebbe stato tacere.