La differenza.

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Madeleine Vionnet

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Valentino

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Cristobal Balenciaga

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Cristobal Balenciaga

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Madeleine Vionnet

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Jacques Fath

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Charles James

Bello.

Quando si dice che la differenza sta nei dettagli, si dà per scontato che chiunque sia capace di notarli. Si dicono cose, a volte, che in realtà non stanno né in cielo e né in terra, perché i dettagli sono di per sé sfuggenti. Amano farsi beffa degli occhi poco allenati o frettolosi.

I dettagli  (quei particolari in sordina che eppure reggono l’intera opera sulle loro fragili spalle), richiedono dedizione e premiano solo chi ha la pazienza di affrontare la lenta contemplazione.  D’altra parte sono il frutto di menti e mani che di lentezza hanno fatto un mantra.

Chi avrà la pazienza di aspettare in premio la loro stupefatta scoperta?

Magico pizzo.

ca. 1951 --- Original caption: Woman modeling black lace dress with pink sash copied from Balenciaga, with hat and gloves. --- Image by © Condé Nast Archive/Corbis

balenciaga pizzo 2

Bello.

Vale la pena in questa estate caldissima fare un salto a Calais (Francia) per gustarsi una mostra che unisce la tradizione cittadina per il pizzo con il genio di Cristobal Balenciaga, che lo usò costantemente, tenendo fede alle sue origini ispaniche.

Balenciaga – La magicien de la dentelle, questo il titolo della mostra visitabile fino al 31 agosto. Di mostre sul geniale couturier non ce ne saranno mai abbastanza, ma questa mi affascina soprattutto per la scelta del tema.

E mi accorgo solo adesso che quasi tutti gli abiti che ho acquistato da tre mesi a questa parte sono in pizzo. A dire il vero, adoro da sempre questo materiale; così sensuale e al contempo austero in nero, mentre coloratissimo può diventare addirittura visionario.

Un denso silenzio.

marni ss 14 1

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Bello?

A quanto pare un guasto tecnico ha costretto al silenzio l’ultima sfilata SS 2014 di Marni. Sembra che il disguido si sia trasformato in un valore aggiunto, regalando spessore a un’esibizione fin troppo scontata. Questa ultima collezione risente non poco di echi facilmente riconoscibili: noto con stupore e anche sconcerto alcune similitudini con le atmosfere di Prada e dintorni..

Non si tratta in ogni caso di una delle migliori collezioni del marchio. Sembra ci sia un abisso tra alcuni abiti  così sciolti e fluidi ed altri che si impongono per il massimalismo tronfio. Come se contemporaneamente due mani estranee una all’altra avessero lavorato separatamente. La colpa non è solo di quelle visiere, o di quei sandali che ormai sono il tormentone di molte, troppe sfilate. Ma insomma, anche questo certo non aiuta..

Ma il silenzio, vorrei tornare a questo spunto, da cui sono partita.  Difficile non pensare al silenzio puro e perentorio delle sfilate di Cristobal Balenciaga. Un silenzio che era una presa di posizione e una dichiarazione di intenti. Ci vuole un bel coraggio e una incrollabile fiducia in se stessi per pensare che una musica e uno spettacolo non possano aggiungere né togliere nulla al proprio lavoro. E infatti nessuno, a parte lui, sembra sia dell’idea.

Però non credo che la rarità del silenzio sia un fatto prettamente contemporaneo. In fondo l’umanità non è fatta per tacere o muoversi con parsimonia di suoni. Anche se poi qualsiasi rumore o suono perdono di senso in assenza del silenzio. Anche la moda che vive così spesso di musiche e clamore, di molte parole inutili e frastuono di sottofondo, diventa rarefatta quelle rare volte che si muove nel silenzio.

Provate a togliere l’audio ad una sfilata per accorgervene. Peccato che non sia stata una scelta, ma solo una botta di fortuna..