Le fatiche di Ercolino.

Brutto.

Siete stati al Pitti Uomo e ne avete tratto grande godimento: improvvisamente la visione dell’ultimissimo dandy si è palesata splendente davanti ai vostri occhi. Vi siete fatti in quattro per mostrare il meglio del vostro anticonformismo, mettendo insieme pezzi che mai avreste abbinato altrimenti. Avete sperato fino all’ultimo di entrare nel gotha dello stile grazie a uno scatto dell’immancabile Schuman.

Avete postato e scattato e poi ancora postato, fingendo di prendere un po’ in giro e ammiccando di quando in quando, dimostrando così che nulla vi sfugge e nulla vi stupisce più. Siete, insomma, stati leggeri e seri quanto basta. D’altra parte già il fatto di esserci era garanzia di quanto ci siete.

In realtà le immagini che avete condiviso, diciamolo pure, fanno un po’ cagare. Perchè non è poi che il presunto innato senso artistico vi esca da ogni poro. E di solito fotografate un po’ a casaccio, immaginando di aver colto l’attimo perfetto. Lo stesso che hanno colto anche tutti gli altri visitatori.

Si presume che le fiere e le varie settimane della moda siano il palcoscenico perfetto per chi, come voi, è alla ricerca di qualche innocente shock visivo, dimostrando tutto e il contrario di tutto. Vedi il calzino bianco con il sandalo foderato di pelliccia o il borsello trasformato in clutch o persino il mutandone di lana che diventa il pantalone da abbinare al frac.  In realtà ci sarebbe ben altro e non sarebbe necessario nemmeno muovere un passo fuori di casa. Prendi le immagini che ho trovato senza nemmeno un briciolo di fatica.

Io ve le regalo, chissà, potrebbero farvi comodo per la prossima mise, magari questa volta ci finite davvero su The Sartorialist.

Le mille e una fiere della vanità.

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Bello?

Si è appena concluso un fine settimana densissimo a Torino, in termini di arte e design. Sembra che tutti siano venuti da queste parti per dire almeno di esserci stati. Hanno guardato frettolosamente qualcosa e poi se ne sono andati velocemente, così come erano arrivati. Di solito quel qualcosa si chiamava Artissima (certo che venire a Torino solo per vedere questa fiera è davvero impensabile..).

Io invece quest’anno Artissima me lo sono persa; che se la sorbiscano i soliti presenzialisti.  Che noia questo salone che non mi riserva più alcuna emozione, ma solo un gran mal di testa!

Ho partecipato invece a un workshop a Operae. Il workshop era interessante, mentre la rassegna molto meno. C’è in giro troppa fame di auto-affermazione e troppe poche idee utili: ma il design non doveva servire innanzitutto a soddisfare bisogni reali? Mi è sembrato di vedere molta arte applicata e poco design, ma allora diamo alla rassegna la definizione giusta. Il che non sarebbe affatto male, visto che un salone dell’arte applicata non lo fa ancora nessuno..

Poi ho fatto un giro a Paratissima, che conferma la propria missione di mettere insieme in maniera confusa e democratica l’alto con il basso, il mercatino del bric-a-brac con l’arte, i dilettanti con i professionisti. Insomma un gran casino.

Tutto questo mi è bastato. Certo mi sarò persa qualche altra interessantissima cosa, ma la città in questa stagione offre visioni meravigliose che non si trovano in luoghi chiusi e ogni tanto bisogna ricordarsi semplicemente di respirare.