Hallo Yohji!

hallo Johji

Brutto?

La notizia è certa: uno degli stilisti zen per eccellenza, il poeta del nero, l’esteta del vuoto, ossia Yohji Yamamoto, prende a braccetto il simbolo  più frivolo, rosa, inconsistente e onnipresente del moderno merchandising. Hallo Kitty.

Yamamoto disegnerà per il mega-marchio Hallo Kitty una linea di t-shirt, felpe, giacche e accessori.

Come dovremmo accogliere la notizia?

Con indifferenza? Tanto siamo oramai abituati a questo connubio di estremi (ma non valeva l’antico detto latino in medio stat virtus?). Dopo Rei Kawakubo che disegna borse per Louis Vuitton e John Galliano che dirige la Maison Margiela, che sarà mai questa ultima novità?

Con malcelato pragmatismo? Viste le ultime collezioni di Yamamoto, non stupisce che servisse una consistente boccata di ossigeno finanziario. E chissenefrega della coerenza stilistica. E’ il business, baby.

Con una sana risata, alla faccia della coerenza e di tutte le masturbazioni metafisiche del passato? In fondo si tratta ancora e sempre dei soliti dinosauri che a fatica (e con qualche scivolone) prendono confidenza con una stagione della loro vita.

Ma è mai possibile che solo Valentino abbia avuto il coraggio di smettere?

Un altro buco nell’acqua.

louis vuitton e rei kavakubo.jpg 2

Brutto.

Ennesima operazione di rivitalizzazione del marchio Louis Vuitton; questa volta a infondere ossigeno sono stati chiamati Christian Louboutin, Cindy Sherman, Frank Gehry, Karl Lagerfeld, Marc Newson e Rei Kawakubo.

Si è inteso così non escludere alcun settore della cultura che fa tendenza: design, architettura, arte e moda naturalmente. Tanto per non farsi mancare nulla, tanto per pescare a piene mani nel calderone della cosiddetta coolness.

Persino l’inossidabile e concettuale Kawakubo si è fatta assoldare in un’operazione che stride con il suo curriculum come il gesso sulla lavagna.  Immagino che il compenso valesse tanto sforzo, se di sforzo si può parlare, visto il risultato: una borsa con i buchi.

A questo punto possiamo ben dire che le borse di Vuitton fanno acqua da tutte le parti.

Marc Jacobs: il ritorno del guerriero stanco.

Marc Jacobs 1

Marc Jacobs 2

Brutto.

Finita la fase Louis Vuitton, Marc Jacobs deve essersi fatto due conti in tasca e aver deciso che non è più tempo di grandeur. Dall’ultima sfilata per Vuitton a questa a suo nome sembra passata un’era piuttosto che solo pochi mesi. Dai fasti simil-belle époque siamo passati al pigiama di lanetta declinato in colorini sciapi.

Potrebbe essere un minimalismo di ritorno. Ma siamo proprio sicuri che si tratti di una buona idea? E che dire di quel rivangare gli anni ’70 in chiave geometrica e anche un po’ borghese?

Sinceramente credo che avrei fatto meglio a continuare ad ignorare le sfilate.

Schizofrenie a confronto.

marc jacobs 2014 1

marc jacobs 2014 2

Bello?

Volutamente, quando mi appresto a commentare una collezione, evito di leggere altri commenti che la riguardano, in modo da non partire, anche inconsciamente, con un pregiudizio. Eppure, pur non avendo letto ancora niente in giro, sono quasi certa che questa sfilata deve aver suscitato il plauso di molti.  Perché Marc Jacobs è pur sempre il paladino dei fashionisti più irriducibili, quasi come dire Chanel (quasi..).

A onor del vero un solo brevissimo commento ho letto su facebook, che diceva più o meno così: -Jacobs è schizofrenico-.  Allora ho subito pensato -bene, ecco perché piace tanto al popolo della moda-.  Giusto pochi giorni fa, sostenevo in un altro post di quanto la moda fosse fondamentalmente schizofrenica, rappresentando contemporaneamente omologazione e distinzione.

Allora, guardando la sfilata, si può ben capire a cosa si riferisse quel commento.  Per la prossima estate lo stilista cambia completamente rotta. No, non una sterzata, ma una vera e propria inversione ad U.  Via la signora discinta (e un po’ puttana, diciamocelo) e neo-realista della collezione invernale per LV,  ecco apparire una ragazzina neo-punk/neo-grunge, che ha appena attinto a piene mani dalle soffitte impolverate della bisnonna.  Via le semi nudità in pieno inverno, ecco gli abiti accollati fino al mento da mettere giusto giusto in pieno Agosto..

Questa collezione parla di un’adolescente in piena crisi esistenziale, che procede a passo spedito in una terra di nessuno, tra mozziconi e rifiuti.  Che sia un po il riferimento allo stato della moda attuale?

p.s. Niente tacchi per la ragazzina. E ci credo, persino lo stesso Jacobs ha rischiato lo scivolone nel finale..