
Carven, 1951 – Jaques Fath, 1954
Bello.
Al Palais Galliera di Parigi è stata inaugurata il 12 Luglio una mostra che non intendevo perdere: Les année 50. La mode en France, 1947-1957. Confesso che sarei passata da Parigi anche solo per immergermi nelle sale magnifiche di questa istituzione che rappresenta per me il museo della moda.
Gli abiti in mostra non mi hanno fatto rimpiangere il viaggio, per la qualità delle scelte e anche per il modo impeccabile in cui sono presentati: niente fronzoli, ma una cura che si intuisce essere opera di mani esperte.

Grés, 1956-57
Questo abito della mitica Madame Grés è uno dei rari esemplari realizzati dalla couturier in un materiale diverso dal jersey di seta o viscosa, con cui era solita cimentarsi. Questo splendido abito è realizzato in velluto di seta cangiante con riflessi beige e rosa églantine. Ho fatto fatica a non toccarlo..

Balenciaga, 1950-53

Jean Dessès, 1955 – Balenciaga, 1958
Un bel match tra i due grandi couturier, ma Balenciaga vince di misura, secondo me. Questo bell’esempio di abito over-size la dice lunga sul controllo che aveva rispetto alla tradizione e all’innovazione. La linea fa pensare a una bambola degli anni ’20, ma le proporzioni annunciano già lo stile degli anni ’60.
Ma Christobal Balenciaga fu un precursore non solo negli abiti, evidentemente, come mette in luce questo articolo del 18 Agosto del 1951 su Paris Match:

Nell’articolo si mostra per la prima volta dopo 14 anni il volto del couturier (l’inconnu illustre de la haute couture), che era solito celarsi dietro ad una tenda durante le sfilate. Ho sorriso pensando che nemmeno Margiela si era inventato niente.

Elsa Schiaparelli, 1953
Mi è venuto incontro, improvviso come un coup de théatre, questo abito di velluto rosso della Schiap, italiana di nascita, ma parigina di adozione. Nel 1953 il suo percorso nella moda stava per terminare (avrebbe chiuso l’anno dopo), e lei faticava a dare ancora un senso alla sua presenza nella moda. Ciononostante questo modello mi ha commossa: mi ha dato il senso di una piccola rivolta, contro i luoghi comuni, contro la moda imperante, nel segno di una originalità mai sopita.

Dior, 1954
Il new look di Dior domina incontrastato e quasi pervasivo in tutta la mostra. Non c’è da stupirsi, era l’unica possibilità per le donne che volessero essere ‘alla moda’ in quegli anni. E non solo in Francia, se si pensa che il 50% delle esportazioni in fatto di moda di quel periodo, era sotto il marchio Dior. Quello che mi ha stupito è stato leggere che quest’abito è realizzato con tulle grigio artificiale! Chissà perché ero convinta che nell’haute couture si utilizzasse solo tulle di seta..
Tra le poche eccezioni rispetto allo stile di Dior, spiccano alcuni abiti di Chanel, per la semplicità che appare quasi sgraziata rispetto all’opulenza scenografica degli altri abiti. La visione nitida e contro-corrente di Mademoiselle risulta ancora più evidente in questo contrasto ed è chiaro che il valore delle sue proposte sembra quasi una profezia per il futuro che sarebbe stato. Oltre a un buon esempio di coerenza formale.
La mostra chiuderà il 2 Novembre 2014, se passate da Parigi non lasciatevela sfuggire.

Balmain, 1953