Nomi nuovi . Aria nuova

MFW Invuerno 2015

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Bello.

C’è ancora qualcuno che si rammarica del fatto che la moda non sia capace di produrre più alcuna novità, ma solo reinventare il passato, se non addirittura copiarlo (con giusto qualche minima aggiunta, per poterci far credere di interpretare). Ci sono poi quelli che imperterriti si giustificano dicendo che ormai è stato inventato tutto, quindi evviva il revival!

Eppure basterebbe guardare là dove i più non guardano, perché non esistono mica solo le fashion week di New York, Parigi e Milano..

Si chiama Antonio Sicilia questo giovane stilista spagnolo alla sua prima collezione, presentata durante la Mercedes-Benz Fashion Week di Madrid. La collezione si chiama Duelo (lutto) ed è dedicata alla madre. Come si può immaginare dal titolo e da questi abiti, non deve essere una storia allegra, eppure c’è in tutta la collezione una luminosità che non deriva solo dall’abbondante uso del bianco.

Certo le idee non sono ancora chiarissime (però ci sono) e si intuisce una certa smania di stra-fare, ma ben vengano anche queste giovanili imperfezioni.  Io mi chiedo, esistono ancora i talent scout?

Tutti i secoli della moda.

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Brutto.

Bizzarra la moda, di questi tempi. Si dibatte tra illusionismo e concretezza.  Qualcuno tenta di darle lustro e spessore, portandola nei musei o tra le parole dei convegni per studiosi e appassionati. Altri la usano come un kleenex, buono per darsi una veloce ripulita.

L’illusione più grande rimane quella della novità, mentre tutto, a ben vedere, si è già consumato sotto questo cielo. A ogni stagione si discute di ciò che è veramente nuovo, quasi fosse un obbligo. E in effetti lo è se la parola moda ha in parte la stessa etimologia di moderno.  Poi però ti capitano tra le mani vecchi articoli, scalcinate riviste del 1941 (!) e scopri che potrebbero essere state scritte oggi e allora immagini che tutto questo fa parte di un mondo che si voleva nuovo, ma che per molti aspetti è nato già decrepito.

Come decrepiti sono i vizi e le umane pochezze che il carrozzone si porta dietro da sempre, se Michel De Montaigne verso la fine del 1500 poteva già declamare:

Onore e fama non sono la medesima cosa, l’onore è più che la fama e la fama, la dea dalle cento bocche, non è che una parte dell’onore, quella parte che dipende solo dall’opinione, che ha bisogno di testimoni che possano riferirne, che vuole che lo si venga a sapere, che ha perennemente bisogno di un palco  e di un pubblico.

Per l’appunto quello che accade ancora oggi, con altri mezzi e lo stesso intendimento.