
Brutto.
Prada, pre collezione autunno-inverno 2016/17.
Non è certo la prima volta, già nel 2007 aveva mandato in passerella modelle in mutande e per rinforzare la presa di posizione nel 2012 dichiarava: “La mutanda è un oggetto che mi piace moltissimo”.
Non è quindi con stupore che mi accingo ad osservare questa collezione, che mi lascia moderatamente indifferente e quindi mi soffermo sulla parte inferiore degli outfit che mi appare immediatamente come il tentativo della stilista. mai sazio, di apparire contro-corrente.
Una boutade, un gesto puerile, un infantile vezzo; perdonabile difetto. Ma attenzione, perché contro-corrente si può solo esserlo.
Lo sforzo di sembrare vanifica i risultati, lascia trapelare una inadeguatezza, una posa che è poco meno che spocchiosa.
Posso immaginare che da quando i leggings popolano e spopolano sulle nostre strade, fregandosene del buon gusto o giù di lì, portarli in passerella sembrerebbe superfluo. E’ perciò opportuno andare oltre: la calzamaglia quindi.
E qui vai a tirare in ballo ispirazioni forse medioevali, sicuramente secentesche (!), perché non esiste di immaginare altro che non sia squisitamente intellettuale.
Il gioco della moda è anche questo: far brillare ciò che altrimenti sembrerebbe insignificante.