Serge Lutens






Bello.
Serge Lutens appartiene senz’altro alla categoria dei visionari, coloro che non hanno bisogno di descriversi per raccontare la personalissima idea di bellezza, basta ciò che creano. Eppure una qualche descrizione alla fine l’ha fornita lui stesso:
La bellezza odia le regole. L’unica regola dell’arte è non avere regole per dare vita alla belezza.
Beauty hates rules. The only rule of art is not to have rule to give life to beauty.
Molti conoscono e apprezzano Lutens come profumiere raffinatissimo (per anni ho amato i suoi Fleurs d’oranger e Datura noir), ma nella sua biografia c’è molto di più: ha lavorato a lungo per Vogue Francia e per Dior. Diana Vreeland lo definiva ‘rivoluzionario’. Ha lavorato a fianco di fotografi mitici come Avedon, Richardson e Penn e da loro deve aver appreso la tecnica che ha poi messo al servizio delle sue visioni in immagini, esposte anche al Guggenheim di New York.
Ha girato cortometraggi indimenticabili, vincendo due Leoni d’oro a Cannes. Le sue immagini per le campagne pubblicitarie di Shiseido hanno accompagnato la mia adolescenza facendomi sognare e distinguendosi da tutte le altre. Così avanti, così fuori dagli schemi per quelle donne androgine e stilizzate come fumetti.
La sua idea di bellezza assomiglia a quei distillati di essenze pure di cui è maestro nell’arte della profumeria: poche gocce che racchiudono un mondo, una filosofia.
Anche lui, come già fece Yves Saint Laurent, ha fatto di Marrakech la sua casa. Per chi ha visitato la città, non è difficile capire il perché: la città dove gli odori si uniscono ai colori.
La sua ultima creazione è un’acqua, l’Eau Serge Lutens, come dire tornare al principio; il riassunto olfattivo in cui tutto si dissolve.