Bello.
E’ trascorso molto tempo dall’ultima volta che ho scritto su queste pagine virtuali.
Molto tempo e molta vita: dolori (tanti purtroppo), viaggi, qualche momento memorabile, incontri, disillusioni e tanto altro ancora.
Il tempo non ha cambiato il nocciolo di quella che sono, la scorza solo si è un po’ inspessita. E la moda? Che fine ha fatto tutta questa storia di abiti e stili e notizie?
Diciamolo che la vita è stata molto più interessante di qualsiasi abito spettacolare sia mai stato pensato e realizzato. Infinitamente più imprevedibile e coinvolgente. Giusto per mettere in chiaro le priorità.
Ho continuato ciononostante a immaginare e cucire vestiti; ho continuato a trasmettere le mie conoscenze ai ragazzi (e questo si, mi ha dato grande soddisfazione!). Ho continuato, insomma, a scrivere la mia piccola storia in fatto di moda, consapevole ancora di più di quanto sia piccola e relativa.
Questo pezzo di strada percorso mi ha permesso di realizzare che non è più tempo di essere contro. O meglio, è necessario, pur essendo contro, fare grandissima attenzione ai termini, al linguaggio, alla sostanza.
Non si possono alzare muri, non si può scendere a compromessi con la presunzione e l’arroganza. Anche nella moda, come in tutto.
Oggi la più grande trasgressione è la buona educazione, che è compagna dell’onestà e dell’empatia e poi di un’altra di quelle parole antiche: la compassione.
Questa, davvero, sarebbe la più grande rivoluzione, che temo di non riuscire a vedere se non nei miei sogni.