Quel new look di Gucci.

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Brutto.

Ma solo a me la collezione cruise di Gucci 2016 ha ricordato tante, troppe cose già viste?

Una shakerata di Prada, Saint Laurent, senza disdegnare nemmeno Chanel. E poi che dire della confusione temporale, schizofrenica direi, che cita i ’60, i ’70, ma anche gli ’80, e perché no, persino l’800 ?

Direte che non capisco la modernità  – E’ il mix and match baby, te ne devi fare una ragione..-

Si certo, ma continuo a pensare che così è troppo facile, allora siam quasi capaci tutti.  Come quando hai davanti un menù pieno di cose allettanti e non sai scegliere, e per non perderti niente, prendi un po’ di tutto. E alla fine del pasto ti viene un mal di pancia memorabile.

Sembra che questa sia (finalmente?) tutta farina del sacco di Alessandro Michele; dopo l’esordio un po’ frettoloso, ora davvero può dispiegare tutte le “novità” in serbo per questo marchio storico. Un redivivo new look, potremmo persino dire.

Non si può nemmeno affermare che manchino nella collezione capi interessanti (pochi, ma ci sono), il guaio è che sembra mancare un filo conduttore, ma sono già pronta a sentire la replica: che è proprio questa assenza il leitmotiv. L’unica costante dell’estetica di questo designer a me sembra la predilezione per i fiocchi al collo, che insieme ai gambaletti color carne creano quell’effetto (tanto ricercato dai seguaci del genere) di perfetta disarmonia, dissonanza o semplicemente kitsch.

Ma continuo a chiedermi: quale novità?

8 pensieri riguardo “Quel new look di Gucci.

  1. Io non la farei così tragica…in questa collezione effettivamente si potrebbero riconoscere nomi, stili, epoche, mix che alla fine riportano alla precedente “frettolosa” collezione traendo una traccia di quel famoso filo conduttore che a volte si cerca ansiosamente di riconoscere. Perché io sono dell’opinione che oramai sono pochi ad avere confini nettamente delineati, chi li ha cerca sempre di sperimentare rimanendo a volte uguale a stesso a volte diverso; alla fine ciò che importa è riuscire ad esprimere e rappresentare, attraverso lo strumento moda, ciò che si è ed ognuno di noi è diverso e pieno di diversità anche in conflitto tra loro.

    Ciao ciao
    Alice 🙂

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