Bello.
Aganovich SS 2014. A mio parere, e non solo, una delle collezioni più interessanti della recente Paris Fashion Week. Non è solo l’immagine, e quindi l’estetica, che mi hanno attratta in questa collezione; c’è anche una non usuale attenzione per il dettaglio tecnico. Alla base di questi abiti apparentemente svelti e sciolti si nota una modellistica accurata che dosa pesi e volumi. Si intuisce anche dal risultato: abiti lunghi, a volte composti da più strati, ma mai pesanti. C’è costantemente un’idea di leggerezza rilassata in questa moda, come se anche quando si tratta di abiti aderenti, ci sia comunque aria che circola libera tra la pelle e il tessuto.
Le sfumature dei pochi colori proposti non sono scontate e dosate con molta parsimonia, così come le minime fantasie. E’ una moda che si ispira al popolo beduino e infatti è facile immaginare una donna viaggiatrice in questi abiti, che coniugano eleganza e comfort. La palette, tra l’altro, ricorda molto i toni della sabbia del deserto o il bianco e nero deciso della luce e dell’ombra.
Nelle parole del duo di stilisti compare il termine anarchia, inteso come rifiuto del punto di vista corrente. E’ evidente che ci deve essere stata una attenta riflessione sul concetto, evitando la semplicistica messa a punto di un abito contro. Da questa collezione, ancora più che dalle precedenti, appare chiaro che il punto di partenza critico ha prodotto una vera alternativa. Alternativa valida sia per lo stile che per il mercato. Bravi!
Ti ho premiato sul mio blog!
Ti ringrazio, molto gentile 🙂 Ma mi tocca ripetermi: questo genere di cose non fanno proprio per me. Scusami 🙂
Concordo sul giudizio espresso riguardo questa collezione, che mi ricorda, per certi aspetti, le precedenti creazioni del grande Yhoji, ma anche certe forme morbide e ben proporzionate, di Ferrè di molti anni fa, dove trionfavano obi e pieghe di chiara matrice orientale, generando silhouette di unica eleganza. Elle Venturini
Si, hai visto proprio bene.