Moda in 3D.

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Bello.

Ho già scritto in termini positivi di Iris van Herpen, perché penso che sia un esempio di quanto sia possibile ancora rinnovare nella moda, nonostante molti dicano che tutto sia già stato inventato.

Questa sua ultima collezione, a mio avviso, non è delle sue migliori, a parte alcuni outfit, come quelli che ho postato. Peccato, perché il tema di quella nuvola fittamente plissettata poteva essere sviluppato ampiamente, così come l’utilizzo dei materiali realizzati con stampanti 3D.  Intuisco una certa carenza dal punto di vista sartoriale.

In ogni caso è una collezione abbastanza coraggiosa in un panorama statico o perlopiù rivolto al passato.

Ho una poesia per la testa.

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gabriela ligenza

Bello.

La stampa 3D è ormai un fatto. C’è chi la utilizza per collezioni di alta moda, chi realizza gioielli e complementi di arredo.. Ed è chiaro a questo punto che le frontiere della sperimentazione e della fantasia sono spalancate.

Un bell’esempio sono questi cappelli. I primi due disegnati dal designer belga Elvis Pompilio per MGX, riproducono una veletta e il classico Borsalino. Tra l’altro se passate da Bruxelles non mancate di visitare il negozio di questo cappellaio, che è coloratissimo e divertente.

Il terzo cappello è della polacca Gabriela Ligenza e si chiama Poem e riproduce una poesia di John Tessimond: Day Dream, pensato per il giorno del matrimonio. Un altro bell’esempio di poesia e tecnologia che si danno la mano.

Come dire che le macchine non sempre sono senz’anima.