Brutto.
L’ultima sfilata di Dolce & Gabbana a Milano per l’autunno inverno 2015-16 mi ha strappato qualche sorriso. No, non di compiacimento, piuttosto di divertimento.
Immaginavo che il duo di stiliti avesse ormai toccato tutti gli argomenti da classica macchietta italiana nel mondo, ma mi sbagliavo. Non avevo considerato l’argomento principe, quello che fa dei nostri rampolli, i più sdolcinati del pianeta: la mamma.
E quindi mamme come se piovesse, con relativa prole in braccio, per mano o nel pancione. Orgogliose della loro “mammitudine” tanto da farsi scarabocchiare i vestiti con disegnini e letterine di eterno amore. Gli stilisti, non ancora soddisfatti dell’effetto, inondano gli abiti di consuete rose rosse da festa della mamma e per chiarire il concetto a chi davvero fosse duro di comprendonio, scelgono come sottofondo musicale “Viva la mamma!” di Bennato.
Ma torniamo ai vestiti. I cliché del marchio, neanche a dirlo, ci sono tutti: pizzi, Madonne e fiori. Gli abiti denunciano una clamorosa mancanza di idee e non bastano quelle scritte a grandi lettere e quella profusione di rose a distogliere l’attenzione da una collezione poverissima di novità, anche e soprattutto dal punto di vista sartoriale.
Sono quasi sicura che il parterre si sarà commosso fino alle lacrime; d’altra parte, devono aver pensato gli stilisti, tutti hanno una mamma