Una sfilata non salverà il mondo.

valentino

LaPresse04-05-2011 Taranto (Italia)CronacaTaranto, arrivo dei profughi libici da LampedusaNella foto: l'arrivo dei profughiLaPresse04-05-2011 Taranto (Italy)NewsTaranto, libyan refugees from Lampedusa to the Taranto harbourIn the pict: libyan refugees

Bello?

La collezione primavera/estate 2016 di Valentino è ispirata all’Africa e che questo continente sia un’ispirazione potente per la moda, è cosa antica. Forse bisognava trovare un punto di vista nuovo a tutti i costi? E’ da questo che nascono le dichiarazioni dei due direttori creativi della maison che toccavano il tema dell’immane tragedia dei profughi?

Peccato, perché credo che la collezione non ne avesse bisogno: è una collezione di abiti raffinati e ben fatti, coerente con lo stile del marchio.

Avverto nelle dichiarazioni di Chiuri e Piccioli un retrogusto di buonismo, tanto spiacevole quanto fuori luogo. Non è un connubio poco rispettoso quello che accosta il dolore e la fatica di questa gente al momento sfavillante di una sfilata?  La moda racconta e si nutre della storia, è vero, ma funziona come un filtro. Altro non può fare. Calarsi nelle tragedie non le compete, meglio ancora: sono le tragedie che non hanno bisogno della moda.

A dirla tutta la mia impressione è che Chiuri e Piccioli non si accontentino più di essere i primi della classe, ora vogliono essere anche i più buoni.

Ho sempre saputo che la beneficienza è un gesto che si fa e non si dice, ancor meno si fanno proclami di buone intenzioni a cui non seguono fatti concreti.

Ci sono volte in cui meglio sarebbe stato tacere.

The real, new Dandies.

Bello.

Giorni fa, a scuola, un allievo mi ha chiesto chi fossero oggi i discendenti dei dandies ottocenteschi. Ho dovuto ammettere in quel momento che non me ne veniva in mente nessuno. Leggendo le gesta di Beau Brummel che era maniacalmente attento a ogni singolo, minuscolo dettaglio e allo stesso tempo considerava il suo agire come una filosofia di vita, oltre che una scelta estetica, riflettevo sul fatto che in confronto i pavoni contemporanei mi paiono ben poca cosa.

Ma non avevo preso in considerazioni i Sapeurs  (adepti della SAPE, Société des Ambienceurs et des Personnes Elégantes).

Eccoli i nuovi, veri dandies. Che sfidano il tempo, il luogo, le circostanze, tutto in nome della bellezza. E possiamo facilmente immaginare che non sia una cosa affatto facile, né priva di conseguenze (e credo non sia un caso se dal francese sapeurs si può tradurre anche come “guastatori”).  D’altra parte il movimento nacque come atto di disobbedienza civile durante il regime di Mobutu Sese Seko.

Basta ascoltare le loro parole.

Regine d’Africa.

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Bello.

Vlisco è il produttore olandese di questi splendidi tessuti che, non a caso, sono venduti per il 90% in Africa. L’azienda ha una storia antica che risale al 1846 e che sembra essere il filo conduttore di questa mirabolante collezione immaginaria.

Il fotografo Koen Hauser insieme all’art director Maarten Spruyt hanno realizzato il servizio fotografico che si ispira per gli abiti alla storia della moda occidentale e che mette in luce la magnificenza dei colori e delle stampe di questi tessuti.

Un’estetica indubbiamente affascinante, più di molte vere collezioni che tentano di ispirarsi al mondo africano, ma che rimangono in un limbo privo di autentica originalità.